ARTICOLO 01 – La macchina dell’abitudine

la macchina dell’abitudine

Credo che uno dei più importanti quesiti che la forma – o meglio la “plastica”, nel suo più profondo significato estetico – dovrebbe porsi oggi è se l’umiltà sta nell’accettare senza rinnovare, se il costruire sta nel promuovere senza un fine, e se il bisogno sia nell’esistenza solo di passaggio. Una domanda che si è rivolto
anche lo studio CARCINO Design Lab, durante l’intero processo di creazione di arte, design e architettura.

CARCINO Design Lab, fondato a Venezia nel 2021 e avvivato dalle più antiche correnti della città lagunare, si fa interprete di un linguaggio universale, di contenuti e forme, rivolto sia a Oriente che a Occidente. Il primo obbiettivo dello studio è la ricerca della bellezza, forse la più importante competenza richiesta a un architetto, così complessa da ritrovare, ma sicuramente concreta nell’espressione. Il secondo obbiettivo è la comunicazione, poiché non può esistere un’architettura o un progetto di design senza una coscienza comune, senza una capacità collettiva di riconoscere nella materia il linguaggio dell’artefice. La sinossi dei punti toccati precedentemente la ritroviamo nella “plastica” ovvero nella materia modellata; ecco, quindi, che l’opera in CARCINO Design lab non è fine a sé stessa ma idea, disegno, materia e comunicazione. Cerchiamo sempre, in ogni oggetto, di ritrovare questi concetti, la cui trasposizione nel linguaggio corrente è facilmente individuabile in: “Qualità”.
L’idea, ovvero la genesi progettuale, nasce da una “fede”, ovvero credere in un’architettura per una società libera, avere la pretesa di gettare le basi per un’avanguardia che sia espressione dell’individuo. Il disegno è un dono, è la primigenia espressione dell’Idea platonica, ed essendo incapace di mentire è il più sincero grado di relazione tra l’Uomo e Dio. La materia necessita dell’esperienza per essere lavorata, ma non sempre la materia è fatta di pietra e terra, a volte la curiosità spinge l’uomo oltre una barriera invisibile. Questa barriera è l’abitudine, disciplinata e ingorda, una macchina che travolge, spingendoci nel vortice dell’involuzione. In CARCINO Design Lab si è sempre cercato di valicare qualsiasi ostacolo, visibile e non, mettendo sempre in discussione l’approccio al lavoro e andando alla ricerca degli ultimi strumenti disponibili per la modellazione, arrivando a toccare le pionieristiche frontiere dell’intelligenza artificiale. Una scommessa importante è che l’utilizzo di reti neurali artificiali in futuro diventi parte integrante della vita delle persone. Lo studio, proprio grazie al valore aggiunto dato dall’utilizzo dell’intelligenza artificiale, riesce a raggiugere un equilibrio tra qualità ed efficienza altrimenti irraggiungibile, migliorando i processi produttivi. Possiamo già constatare il passaggio da un’ormai obsolescente modellazione parametrica a una modellazione generativa in cui gli essere umani avranno sempre più il ruolo di puri ideatori e le macchine di esecutori.

Alla stregua di un sogno antico, forse dei primi uomini che uscirono dalle caverne per osservare i cori di stelle, forse nella voluttuosa ambizione di uno studente del primo anno dell’Accademia di San Luca, Carcino cerca quella purezza espressiva per ora inadatta al mondo reale, ma prossima a palesarsi a noi come una seconda venuta in cui l’arte stessa è la corona di luce sopra un nuovo mondo ancora oscuro. Infine, se è possibile trovare una risposta alla domanda iniziale, questa
potrebbe essere:

l’umiltà sta nel lavoro, il
costruire sta nella ricerca e il bisogno sta nella promessa.

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